Adolin - Casinò di Azzurropoli

Venusaur non poté fare nulla contro gli artigli spietati di quel Meowth e così, addormentato, finì K.O. senza neanche accorgersi dei danni subiti. Quando fu troppo per lui, Adolin lo fece rientrare nella Pokéball mentre i suoi avversari sghignazzavano forti della loro vittoria ormai in vista.

Tuttavia, Adolin non si sarebbe arreso, non ancora. Sarebbe stato uno scontro più che duro e probabilmente non tutti i suoi Pokémon sarebbero riusciti a uscirne illesi. Mentre con la mano raggiungeva la sfera del suo prossimo alleato da schierare in campo, chiese ai suoi alleati di dargli la forza necessaria per riuscire a vincere quello scontro senza tante speranze, oltre che a promettere di farsi perdonare per averli stremati nel momento del bisogno.

< Amici, so che vi chiedo davvero molto, ma adesso ho bisogno di voi e non vi lascerò soli neanche per un secondo nel corso della battaglia. Combatteremo insieme! Pikachu! > Dalla sfera uscì il Pokémon topo elettrico, sprizzando scintille e posizionandosi di fronte ad Adolin mentre, per un istante, lo guardò fisso negli occhi come a confermare l'intenzione di aiutare il proprio allenatore insieme a tutta la squadra. Quando si rigirò verso il Meowth avversario zampillò fulmini di carica statica, pronto a scagliarsi contro quel gatto parlante. Il giovane cavaliere si sentì rinvigorito dalla determinazione del suo alleato e si decise che non doveva essere da meno. Fece un deciso passo avanti, calcando il terreno e sentendo ogni fibra del suo animo fremere e solidificarsi come l'acciaio di una spada. Anche se Pikachu avesse fatto una singola azione in tutto quello scontro, era pronto a renderla vitale e a spianare la strada per gli altri suoi alleati. E Adolin li avrebbe accompagnati fino all'ultimo passo, un progresso alla volta!

< PIkachu, usa Scintilla e lascia che quel Meowth saggi il tuo fulmine! >

Quel Victreebel sembrava voler molto bene all'allenatore. Sì certo, a un primo sguardo poteva sembrare che lo stesse divorando, ma Adolin percepì, almeno a suo giudizio, dell'affetto sincero verso l'uomo dai capelli chiari. Purtroppo però non c'era tempo per osservarli giocare: la pianta diffuse una nube simile a quella che aveva prodotto Venusaur qualche istante prima, facendo calare Arcanine in un sonno immediato mentre barcollava nel vano tentativo di rimanere sveglio.

< Non di nuovo... > Imprecò Adolin, sperando che questa volta Arcanine riuscisse a svegliarsi prima di finire al tappeto. Poteva solo affidarsi alla sua forza di volontà e pregare che resistesse agli attacchi del Victreebel. < Che c'è, avete esaurito le idee e non vi resta altro che copiare le strategie altrui?! > Aggiunse Adolin verso i suoi avversari. Di solito non lascia spazio a esternazioni del genere, non gli piace prendere in giro i propri avversari, ma in quel caso la frustrazione e l'ambiente in cui si trovava furono la classica goccia che fece traboccare il vaso.

Adolin non rispose alle provocazioni dei suoi avversari, era troppo concentrato a sperare che Arcanine si risvegliasse dopo essere stato investito da quell'ondata di bile velenosa.

< Andiamo Arcanine... Forza svegliati! Arcanine!!> Gridò l'allenatore con tutta la sua forza. Gli serviva un segno, gli serviva sapere che in fondo al tunnel c'era una luce. Dopo qualche istante in cui il buio della galleria si faceva sempre più opprimente, Adolin notò un fioco brillio davanti a sé. Ma non era una candela: era una fiamma ardente che piano piano divampava le pareti di quel tunnel senza speranza. Arcanine si era svegliato e non era di buon umore, il suo corpo iniziò ad accumulare fiamme e cenere più di quanto fece prima e ad Adolin non servì neanche ordinargli qualcosa: aveva già chiaro il suo dovere. Come in precedenza, il Pokémon emise un getto di fiamme che investì ancora una volta Victeebel, ancora più potente e ancora più caldo di prima, fino a quando Victrebeel non cadde esausto emanando un intenso odore di erba bruciata. Forse da vicino sarebbe stato anche aromatico, ma per i suoi avversari era l'odore della sconfitta imminente.

Adolin si avvicinò al suo Arcanine, accarezzandogli la criniera. < Grazie amico mio, sapevo che potevo contare su di te. > Arcanine rispose poggiandosi al giovane allenatore in segno di affetto, per poi fare qualche passo in avanti e trasformare l'espressione di un dolce cane da compagnia in quella di un segugio feroce, pronto a difendere il suo compagno.